• Progetti

La filosofia progettuale di Nanni Strada

Nanni Strada, ovvero il design che diventa moda, o meglio, la moda intesa come disciplina progettuale, il vestito che diventa architettura. Ma un'architettura assolutamente tarata a corpi che vivono, viaggiano, sognano, amano.

Nanni Strada è la protagonista trentennale di una moda che sovverte le regole tipiche dell'alta sartoria, lontana dal modo tradizionale di concepire l'abito. Come tutti gli sperimentatori più puri, Strada unisce alla curiosità della ricerca (sui materiali, sulle forme, sulle tecniche) una sana irriverenza verso i codici prestabiliti: la precisa volontà di negare ogni statuto la porta a cercare nuovi orizzonti possibili, nell'obiettivo di evitare al corpo ingessate scomode e rigide corazze.

Nascono così una serie estesa di reali invenzioni: dai tessuti plissettati "Matrix" agli abiti flessibili "Pli-­Plà" che si ripiegano come ventagli in oggetti minimali, dai "Torchon" abiti per viaggiare stropicciati e comprimibili imitati in tutto il mondo al "Sistema per ottenere indumenti con tubolari di maglia e rettangoli di tessuto" illustrato nel film Il Manto e la Pelle presentato alla Triennale di Milano nel 1974 e premiato con il Compasso d’Oro.

La sua opera attinge colori e sapori da più latitudini e regala emozioni a più meridiani, diventando modello di riferimento, con episodi di grande successo critico e commerciale, dal Portogallo al Giappone.

Testo di Beppe Finessi tratto da Abitare n. 415 marzo 2002